Mesi fa, sempre su questo blog, scrissi: “il risorgere di una federazione di Stati sarebbe forse una delle migliori soluzioni per quei paesi” [1]. Ora provo a dare forma ad un’analisi del perché scrissi tale frase.
In un articolo pubblicato il 12 marzo 2012 su “Il Piccolo” [2] si può leggere come, secondo dei sondaggi, il 69% dei serbi, il 60% dei montenegrini, il 56,3% dei bosniaci (con una punta dell’81% in Republika Srpska) e il 62% dei macedoni affermasse che si starebbe meglio se la Jugoslavia esistesse ancora.
Inoltre, opinione forse ancora più significativa, la maggior parte della popolazione, soprattutto in Serbia e in Macedonia, percepisce la comunità internazionale (Occidente n.d.r.) quale prima causa della disgregazione della Jugoslavia.
Proprio come accaduto in Unione Sovietica, il crollo del socialismo ha portato anche ad un collasso dell’unione delle repubbliche. A Mosca stanno provvedendo a rimediare all’errore costruendo, di giorno in giorno, l’Unione Economica Eurasiatica [3]. E sui Balcani?
Ufficialmente non c’è alcun percorso verso un’unione dell’area sotto un aspetto politico o economico, anche se tali progetti potrebbero portare vantaggi significativi ai Balcani, a cominciare da quelli occidentali, territorio occupato un tempo dalla Jugoslavia. Unica eccezione è la “Jugosfera” [3], ma ci tornerò in un secondo momento.
Analizziamo alcuni aspetti.
L’idea di uno spazio comune nell’area ormai ha quasi un secolo, quindi un progetto ben anteriore alla Jugoslavia socialista guidata da Maresciallo Josip Broz Tito. Un’idea che era volta ad affermare la sovranità degli slavi del sud in quell’area.
A distanza di circa cento anni quell’area, dopo aver abbandonato socialismo e unità, è tutto tranne che gestita realmente dagli slavi meridionali.
La gestione economica della zona non è in mano alla classe dirigente locale. Il modello è quello provato e riprovato dopo ogni “liberazione” dei paesi sotto un regime socialista: privatizzare il privatizzabile. E quindi ecco che solo se si privatizza si può ad accedere agli aiuti internazionali (occidentali).
In Serbia Vučić, protetto dall’UE, è stato messo là perché a Bruxelles sanno che non ha intenzione di far tornare il Kosovo sotto la bandiera serba.
In Kosovo si trova una base statunitense che è una delle più grandi (se non la più grande) in Europa. Difficile credere che le scelte di Pristina siano indipendenti. Possibile certo, ma decisamente poco credibile.
Può piacere o meno, ma oggi come oggi nei Balcani di indipendente ci sta ben poco.
E qui riprendo il concetto di “Jugosfera”. La “Jugosfera” non è altro che lo spazio geografico occupato a suo tempo dalla Jugoslavia, e quindi Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Montenegro e Macedonia.
Il termine venne coniato nel 2009 da Tim Judah, esperto di Balcani che scrive sull’Economist. Tale parola è motivata dal crescente avvicinamento in vari settori dei paesi dell’ex Jugoslavia. Esempi di questa crescente interazione sono la costituzione di società a capitale misto tra i vari paesi.
La costruzione di importanti reti di trasporto, create anche grazie all’aiuto della Repubblica Popolare Cinese, la quale spinge da sempre per una maggiore integrazione dell’area [4], non fa che incentivare questo processo
Tale unità dovrebbe essere perseguita anche per un’altra motivazione: uniti quei paesi verrebbe a crearsi un’entità da oltre 300 miliardi di dollari (PIL a potere d’acquisto)[5] che permetterebbe a tutti i paesi dei Balcani occidentali di poter contare molto di più nei vari contesti, in primis quello europeo.
Un problema, che potrebbe invece tramutarsi in un vantaggio, è la mancanza di un forte attore regionale. L’Unione Economica Eurasiatica ha Mosca. L’Unione Europea ha la Germania.
Nel territorio balcanico occidentale Croazia e Serbia hanno la medesima grandezza economica se si considera il PIL a parità di potere d’acquisto. Potrebbe essere positivo un sostanziale equilibrio tra due paesi politicamente e culturalmente molto diversi solo se si riuscisse a trovare un compromesso vantaggioso e positivo per entrambi.
La strada è lunga ma i vantaggi non sarebbero secondari.
Le giovani generazioni dei Balcani occidentali sono spesso desiderose di lasciarsi divisioni etniche e guerre alle spalle. Magari è già nata la generazione che realizzerà una “nuova Jugoslavia”.
[1] https://cercareilvero.wordpress.com/2014/12/19/nella-ex-jugoslavia-torna-a-sventolare-bandiera-rossa/
[2] http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2012/03/12/news/ridateci-la-jugoslavia-un-paese-unito-1.3281311
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Jugosfera
[4] http://www.limesonline.com/balcani-lamico-cinese/73671
[5] https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_GDP_(PPP)